Guarigioni Reiki


    SULLE FUTURE GUARIGIONI CON IL REIKI: Nella Nuova Era, i guaritori concentreranno la loro attenzione sul corpo vitale e non tanto sulla forma esterna, operando in modo impersonale, amorevole ed in gruppo, sotto la direzione  dell’anima o di un discepolo iniziato che guiderà i loro passi. La medicina tradizionale e quella d’avanguardia uniranno i loro sforzi, evitando contrapposizioni fanatiche.







    Si farà uso dei colori, dei suoni, dell’omeopatia, del magnetismo, ma ancora delle cure allopatiche, della chirurgia e della psicologia anche se depurate di molta zavorra. In futuro, si faranno scoperte strabilianti: sarà possibile fotografare i trapassati che si trovano sui livelli astrali, usando pellicole sensibilissime, in grado di captare le forme-pensiero degli stessi; ci si servirà apparecchi radio dotati di frequenze diverse dalle attuali per comunicare con i defunti non ancora ascesi alla dimensione mentale, irraggiungibile da qualsiasi apparecchio fisico; si useranno strumenti mossi dallo sguardo umano diretto dal pensiero concentrato. Tutto ciò veniva rivelato ad Alice Bailey nella prima metà del Novecento; si trattò di una vera e propria profezia, di cui solo ora si cominciano a vedere gli effetti

    REQUISITI FONDAMENTALI PER LA GUARIGIONE

    Occorre innanzitutto accettare la Legge di Causa ed Effetto, poi una corretta diagnosi del male compiuta sia da un medico che da un guaritore bisognerebbe anche intuire se il destino preveda la guarigione o meno, perché questa potrebbe non essere gradita all’anima che intende liberarsi della forma terrena. Inoltre, è necessario che il paziente ed il terapeuta collaborino e che il malato s’impegni a controllare la sua natura inferiore. A volte, la guarigione è ostacolata dalla mancanza di volontà di vivere; tuttavia, siccome la vita fisica non costituisce il bene supremo, si deve anche eliminare la paura della fine, pensando che morire significa solo restituire sostanza al mondo fisico, astrale e mentale, mentre l’anima ritorna alla Fonte originaria.

    È molto più difficile, infatti, per l’anima incarnata adattarsi alle condizioni di una nuova esistenza che per un defunto attraversare il velo che separa il nostro mondo dall’altro; qui egli non avverte più i limiti della materia, ritrova persone amate e può vedere i viventi, di cui capta emozioni e pensieri.

    Le paure irragionevoli derivano da un’educazione teologica che ha fatto del terrorismo psicologico un’arma vincente per affermare il suo potere sulle coscienze. I Maestri dicono a chiare lettere che non esiste l’ira divina, una pena eterna e l’espiazione vicaria. L’universo è governato dall’Amore, l’anima si redime con la vita stessa, dove s’impara a conseguire la salvezza, rettificando gli errori attraverso la sofferenza.

    Occorre spostare l’attenzione dalla forma all’anima e comprendere che questa è impegnata in un’opera di restituzione, quando si libera progressivamente dei veicoli materiali; in un’opera di eliminazione, quando riesce a dominare la natura inferiore, concentrandosi sulla propria luce; in un’opera d’integrazione, quando si fonde con la Monade, ristabilendo l’unità con il Tutto. Del resto, anche se il cervello non lo ricorda, abbiamo varcato infinite volte la soglia della morte e la scienza da tempo ha appurato che nulla si distrugge del tutto; ora, sta per dimostrare che un quid sopravvive alla dissoluzione del fisico, anche perché presto si svilupperanno poteri psichici che consentiranno di percepire la quarta dimensione. Quindi, prima si dissolve il fisico, poi l’involucro astrale e infine anche il corpo causale o animico, ma la Monade eterna rimane o per incarnarsi di nuovo, se gravata dal karma, o per servire come bodhisattva i fratelli ancora prigionieri dell’illusione.

    Chi è dotato di poteri psichici astrali pretende di assegnare limiti di tempo tra due incarnazioni; ciò è errato, perché il tempo è una successione di eventi registrata da cervello, ma non esiste laddove la forma fisica è svanita. Non è vero che l’anima progredita goda nell’altra dimensione di un lungo periodo di beatitudine; essa, richiamata dalle sue responsabilità, torna con frequenza maggiore per assolvere i suoi obblighi nei confronti del prossimo. Lo scopo di ogni esistenza è quello di costruire una forma sempre più adatta ad esprimere lo spirito che la vivifica; quando lo scopo è raggiunto, la vita si ritira gradualmente dai suoi involucri e ciò vale sia per l’individuo che per un Logos planetario o solare. Infatti, tra una manifestazione e l’altra interviene un periodo di stasi e di riposo detto pralaya.

    LE LEGGI FONDAMENTALI DELLA GUARIGIONE

    Una legge è l’effetto indotto da un’entità maggiore sulle vite in essa contenute. Le leggi di natura riguardano gli aspetti formali dell’essere; quelle dell’anima subordinano quelle naturali, mentre quelle della Vita Una finiranno per abrogare quelle valide nella dimensione fisica. Pertanto, il rapporto fra superiore ed inferiore renderà inutili le leggi che ora vigono nel mondo materiale e che oppongono resistenza, causando le malattie.

    Esamineremo in seguito in modo dettagliato le dieci leggi o, meglio, i vari aspetti di un’unica Legge operante nella manifestazione e le sei regole a cui il guaritore deve attenersi in situazioni diverse. Ora, invece, vediamo quali debbano essere le caratteristiche di un guaritore ad alto livello, cioè capace di sanare in modo definitivo e cosciente, perché in grado di modellare la propria vita su quella del Cristo.

    Dunque, egli deve essere in contatto con la propria anima, per comunicare con quella del paziente; deve collegarsi alla Triade spirituale, per attivare il potere della volontà divina; deve essere in grado di stabilire rapporti telepatici, per conoscere lo stato interiore del paziente; deve possedere precise conoscenze occulte; deve saper elevare la coscienza del malato, per favorirne il risanamento; deve saper dirigere l’energia risanante tramite il terzo occhio; deve essere puro, se vuol dissolvere l’impurità; deve aver collegati i centri della testa; deve padroneggiare i propri centri, per inviare l’energia da un suo chakra a quello corrispondente del malato; deve conoscere i principi della medicina exoterica ed esoterica da usare sempre congiuntamente; deve operare magneticamente con le mani e irradiare con l’aura: deve praticare l’innocuità, cioè agire con calma, equilibrio, inclusività e comprensione divina; deve controllare la propria volontà e operare con Amore; deve intuire se il karma del paziente permetta la guarigione. Attualmente, nessun guaritore è in possesso di tutti queste facoltà; solo alla metà del presente millennio molti acquisiranno in gran parte le suddette caratteristiche.

    LEGGI E REGOLE ENUNCIATE E APPLICATE

    Di seguito, vengono elencate dieci Leggi e sei Regole che il guaritore deve conoscere per operare Correttamente. Egli deve attivare i centri eterici della testa e del cuore ed agire sui centri del paziente che presiedono all’organo ammalato. Il fine è quello di potenziare la luce dell’anima in chi non riesce a ricevere la sua energia, in modo che questa affluisca dapprima nel capo e poi nel cuore. Per far ciò, il guaritore dovrebbe essere chiaroveggente ed indurre nel malato un flusso energetico moderato, perché non abbia effetti distruttivi. 

    Comunque, la prima Legge afferma che la malattia è effetto dell’inibizione della luce dell’anima che non scorre negli organi. La seconda Legge dice che la malattia è prodotta da cause remote di natura karmica, da energie negative di provenienza collettiva, oppure da influssi indotti dal Logos planetario. La prima Regola vuole che il guaritore conosca lo stato interno del paziente, per accertare l’origine del male ed individuare il punto su cui operare. Le energie guaritrici possono partire dai centri sopra il diaframma, se il malato è progredito, oppure da quelli inferiori, se si tratta di un individuo poco sviluppato; nel primo caso, si agisce per magnetismo, nel secondo per radiazione.

    È sempre necessaria la quiete ed è bene stabilire un rapporto di fiducia con chi desidera essere aiutato. Se si agisce con amore, si evita di assorbire emanazioni nocive. La terza Legge ricorda che l’accentramento dell’energia vitale provoca malattia o rende immuni da essa. Occorre allora che le forze vitali siano dirette dall’anima nel cuore e da lì distribuite al fisico tramite l’eterico, evitando di accentrare la coscienza sul piano mentale od emotivo, per non accrescere la virulenza del male.

    La quarta Legge afferma che la malattia è prodotta da una distorsione di facoltà divine; infatti, se l’azione dell’anima è impedita, determina nei suoi veicoli di espressione (mentale, astrale e fisico) un attrito con conseguenze nefaste. Pertanto, il guaritore cerca di produrre nel paziente un riallineamento con l’anima, prima di dirigere le energie positive con il terzo occhio. La seconda Regola ricorda al guaritore di conquistare la purità magnetica con una vita esemplare; in tal modo, può irradiare energie positive. La quinta Legge dice che nell’uomo s’incrociano due energie, quella dell’anima e della personalità; l’eventuale conflitto tra di esse è causa dei mali fisici. La terza Regola ricorda al guaritore di concentrare l’energia nel centro che Corrisponda a quello iper o ipostimolato nel paziente, per ripristinare l’equilibrio perduto. La sesta Legge afferma che, quando nel corpo agiscono le energie costruttive dell’anima, vi è salute; se invece operano quelle della personalità, si sviluppa il male.

    La settima Legge dice che, quando l’energia scorre senza ostacoli, stimola il sistema  ghiandolare, cioè il riflesso visibile dei centri eterici, capace di agire sul fisico immettendo ormoni nella circolazione sanguigna; in tal caso, la malattia è scongiurata. La quarta Regola sancisce che, dopo aver individuato l’organo colpito, si procederà a curare il centro eterico, senza però trascurare l’apporto delle conoscenze mediche o degli interventi chirurgici oggi in auge. L’ottava Legge afferma che la morte è prodotta dal ritiro dell’anima dalla forma e dall’azione della Vita planetaria che riassorbe gli atomi prima assemblati in un organismo complesso. La quinta Regola stabilisce che, quando il guaritore collega anima cuore cervello e mani, opera in modo magnetico; invece, se collega anima cervello cuore ed aura, agisce in modo radiante ed allora il paziente reagisce alla radiazione aurica di chi lo assiste. Nel primo caso, si usa il prana, cioè il fluido vitale planetario; nel secondo, l’energia animica.

    La nona Legge ricorda che il bene espelle il male e che bisogna agire con calma, mantenendo una visone globale ed una comprensione divina, come è spiegato nella regola seguente. La sesta Regola, infatti, decreta che il guaritore deve dominare il corpo emotivo, evitando l’illusione della separatività e rispettando il Piano. La decima Legge ricorda che l’anima e la forma devono anche accettare la dissoluzione, per dar modo alla Monade di liberarsi da quei veicoli che pure hanno svolto una funzione utile nell’incarnazione terrena.

    I SETTE MODI DI GUARIRE

    Ricapitolando, il guaritore si colleghi con l’anima, decida quale veicolo usare, si raccordi col centro eterico appropriato al paziente (cuore o plesso solare), fissi la coscienza nella testa e dall’ajna diriga l’energia risanante. Bisogna poi tener conto della differenza o dell’identità dei raggi del medico e del paziente, ma per far ciò si dovrebbe essere chiaroveggenti; se non è possibile, ci si disponga a divenire un canale per lasciar fluire l’energia dell’Amore divino, oppure quella del prana planetario capace di rafforzare il fisico.

    Infine, vengono fornite delle formule puramente simboliche che, se espresse chiaramente, essendo dotate di forza tremenda, potrebbero avere effetti distruttivi, perché gli individui non sono ancora maturi per ricevere istruzioni esplicite. Tuttavia, alla luce delle future scoperte scientifiche e considerando l’evoluzione in atto del 
    genere umano, tutto diverrà più chiaro e privo di rischi.

    CAUSE PSICOLOGICHE DELLA MALATTIA

    Questo tipo di cause dipendono dalla natura emotiva e di desiderio, dallo stato in cui versa il corpo eterico, da pensieri erronei, oppure da motivi collegati al discepolato stesso. È per questo che si dovrebbe imparare soprattutto a purificare il corpo emotivo, perché resta più difficile difendersi dalle malattie di natura collettiva trasmesse dall’eterico sintonizzato con il corrispettivo veicolo planetario che va a influire sul fisico, Stimolandolo eccessivamente o svuotandolo di forza.

    In ogni caso, il guaritore dovrebbe essere in grado d’individuare il livello evolutivo del paziente prima di intervenire, perché certe infermità vanno curate dal piano mentale, altre richiedono un apporto di energia emotiva, mentre in altri casi occorre trasmettere energia pranica dal proprio corpo eterico. Inoltre, non è bene esporsi alle emanazioni auriche di chicchessia; pertanto, anche il paziente dovrebbe riflettere, prima di affidarsi alle cure di qualcuno. Spesso i metodi oggi in uso falliscono perché non si riesce ad individuare in quale corpo il male insorga, quale sia il grado evolutivo del paziente, se il morbo abbia una causa interiore, personale, ereditaria o collettiva. Inoltre, non si sa scegliere tra cura allopatica o omeopatica, tra terapia radiante o magnetica, se invocare i poteri dell’anima risanatrice o ricorrere a mezzi di natura occulta, collegandosi ad un Maestro.

    Il guaritore sappia che, prima di intervenire, deve acquistare purità magnetica attraverso una purezza di vita che permette di acquisire quella radianza propria di chi abbia collegati tra loro i centri sottili della testa. Ricapitolando, si può dire che il male è causato da una disarmonia di fondo, da carenza di allineamento tra personalità ed anima, da scarso dominio della propria natura inferiore. È chiaro quindi che l’antagonismo non può che rafforzarlo.

    La malattia è presente in tutti i regni di natura, perché la natura stessa del Logos planetario attraversa una fase evolutiva e scarica le sue imperfezioni sulle forme che rientrano nel suo raggio d’influenza. In ogni caso, il male ed il dolore svolgono una funzione purificatrice, legati come sono a cause karmiche. La guarigione può essere effettuata non escludendo affatto le conoscenze mediche o gli interventi chirurgici e la psicologia, ma andrebbe integrata attivando le energie animiche davvero risolutrici in ogni caso. 

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