i mantra


Il termine Mantra nasce dall’unione tra le parole sanscrite “manas” ovvero mente e “trayati” che vuol dire liberare. Il Mantra in sostanza è un suono che permette alla mente di liberarsi dei pensieri. In particolare si tratta di una formula espressa con una o più sillabe, o lettere o frasi, generalmente in sanscrito, che vengono ripetute per un certo numero di volte (Namasmarana) in modo da ottenere uno specifico effetto che si manifesta al livello mentale oltre che fisico ed energetico seppur con conseguenze limitate.



Il numero di Mantra esistenti sono numerosi e usati per svariati scopi; il più conosciuto è il Mantra “Om” (AUM). L’origine dei Mantra è rintracciabile all’interno dei sacri testi Indù, in particolare nei Veda. In questi testi, considerati delle vere opere d'arte, la tecnica di scrittura si sviluppa su due righe, dette "slokas". Molti Mantra però vengono eseguiti su una riga singola o addirittura usando varie combinazione con singole parole. Per gli scrittori Indù che diedero vita alle Upanishad, la sillaba “Aum” stessa rappresenta un mantra, ed è un’emanazione di Brahman, il Creatore di ogni cosa nell’universo. 

Il suo potere è così grande che la pronuncia esatta di questa sillaba consente di giungere all’illuminazione, sperimentando così il divino. I suoni emessi dai Mantra possono essere anche considerati come una sorta di archetipi. Ciò che simboleggiano è dipendente al contesto e alla mente di chi li emette. Particolari analisi sul simbolismo dei suoni hanno dimostrato che questi ultimi hanno un significato intrinseco indipendentemente se siamo consapevoli di loro o meno. Alla luce di questo non possiamo ritenere i Mantra solo un’espressione fonetica senza alcun significato ma un insieme di precise vibrazione che se ripetute adeguatamente potranno avere effetti positivi su spirito, mente e corpo. 

I Mantra possono essere associati alle formule magiche avendo con esse vari punti in comune. Essi avrebbe la capacità di trasformare in azione ogni desiderio o volontà umana. In molti casi i suoni orali vengono considerati come una manifestazione vocale del Divino. I Mantra possono essere associati a dei veri e propri suoni che emettono vibrazioni, poiché la corretta pronuncia assume grande un’importanza (grazie allo sviluppo della scienza fonetica, in India, migliaia di anni fa). Il fine ultimo è quello di liberare la mente dalla realtà illusoria e dalle inclinazioni materiali. 

La continua ripetizione di un Mantra è definita cantilena. Lo schema generale di un Mantra è composto dal nome di una entità divina che viene salutata con questa formula: “Aum namah ------“, “Aum namo ------“, oppure, “Aum Jai (Gloria) -----“ o con altre combinazioni diverse. In Tibet, molti buddhisti scolpiscono i Mantra nella roccia come forma di devozione e il loro uso differisce in relazione alle varie scuole spirituali o filosofiche. Il loro scopo principale è quello di amplificatori spirituali. Un insieme di parole e vibrazioni che inducono nei devoti una concentrazione sempre più intensa. 

Ma il Mantra viene utilizzato anche per arricchirsi, sbarazzarsi dei nemici o evitare i pericoli. L’origine dei Mantra è da….. in India all'interno dell'Induismo Vedico e nel Jainismo. Al giorno d’oggi sono abbastanza conosciute tra le attuali e variegate pratiche spirituali, che si rifanno, non sempre con le modalità corrette, alle antiche pratiche delle religioni Orientali. Un Mantra ha due aspetti: il primo è chiamato “manana”, e sta a significare che tutto ciò che si è ascoltato deve entrare profondamente nella mente; il secondo aspetto viene detto “trānia”, e vuol dire che ciò che è entrato nella mente, in essa deve essere fissata e conservata. I Mantra possono essere considerati strumenti per pregare, adorare oppure come sistema terapeutico e di sviluppo interiore e spirituale.

Essi sono suddivisi in dieci karma (azioni): Śānti (della pace profonda): libera dalle malattie, problemi psicologici, paura, illusione. Istambhan (che paralizza): servono per bloccare, nell’ambiente naturale, qualsiasi tipo di essere vivente od oggetto inanimato. Mohana (attraente): sono usati per ammaliare uomini, donne e anche animali. Uchchatan (che turba): servono a sconvolgere l’equilibrio mentale, così da aumentarne il dubbio, l’incertezza, la paura, le delusione; chiunque ne subisca l’influenza agisce come se fosse vittima di una possessione. Vaśikaran (controllo della coscienza): il loro scopo è quello di sottomettere le persone fino a renderlo schiavo così da fargli perdere la capacità di scelta rendendolo simile ad una marionetta.
Ākarśan: vengono utilizzati per attrarre persone che vivono lontano.

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